Diventa espositore Visita la fiera

Turismo Accessibile: cos’è e a che punto siamo in Italia

Viaggiare è una brutalità. Obbliga ad avere fiducia negli stranieri e a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici. Ci si sente costantemente fuori equilibrio. Nulla è vostro, tranne le cose essenziali – l’aria, il sonno, i sogni, il mare, il cielo – tutte le cose tendono verso l’eterno o ciò che possiamo immaginare di esso. 

Questo lo diceva Cesare Pavese. Viaggiare è una brutalità, ma è ovviamente anche fra le attività più formative e di crescita che la vita abbia da offrire e questo Cesare Pavese lo sapeva bene.

Sicuramente, la brutalità del viaggio non dovrebbe essere ricondotta alla difficoltà di accedere ai luoghi desiderati alle persone che soffrono di qualche tipo di disabilità, ma solo per la naturale assenza di punti di riferimento e di quella che chiamiamo comfort zone, nei posti in cui ci rechiamo. E che non sia invece limitante e degradante perché non si permette a chi ha avuto da affrontare delle difficoltà di salute nella vita e che quindi ha dovuto portare con sé, oltre al carico che portiamo dietro ognuno di noi, anche un peso in più, per via della sua disabilità.

È proprio in questo contesto che collochiamo il concetto di Turismo accessibile: un modo di intendere il viaggio e il turismo sempre più inclusivo, che permetta davvero a tutti di fruire delle bellezze che il mondo ha da offrire (dalla più frivola a quella più mastodontica) senza limitazioni di alcun tipo.

Turismo accessibile significa solo abbattimento di barriere architettoniche?

È necessaria una premessa. Per turismo accessibile non si deve intendere solo l’abbattimento delle barriere architettoniche al fine di consentire anche a chi ha difficoltà motorie, di accedere ai luoghi da visitare. Questo dovrebbe essere davvero il minimo sindacale.

L’obiettivo è quello di permettere a chiunque abbia qualsiasi tipo di disabilità o di impedimento, di fruire delle attività o di visitare i luoghi oggetto di visita.

Dunque anche chi abbia disabilità sensoriale, dunque alla vista o all’udito, esigenze alimentari specifiche come celiachia, intolleranze, allergie, problematiche relative al diabete, eccetera.

Secondo una ricerca condotta dall’Agenzia Nazionale del Turismo, l’ENIT, il tema del turismo accessibile pertiene circa 4 milioni di Italiani, nel 2021 il 7% degli italiani ha dovuto far fronte ad esigenze di inaccessibilità poiché ha trascorso il soggiorno con almeno un soggetto affetto da disabilità e, buona parte delle strutture alberghiere, durante le interviste, non era adeguatamente attrezzata o quantomeno informata sul tema.

La legge di bilancio 2021 ha stanziato 18 milioni di euro per il prossimo triennio, in maniera tale da permettere agli alberghi richiedenti, di ottenere fino al 35% di risorse necessarie per l’abbattimento di barriere architettoniche e di altro genere per agevolare l’accessibilità turistica; agli stabilimenti balneari e termali fino al 20%, mentre per altri richiedenti, non ci sono limitazioni.

L’Italia presenta la bellezza di 58 siti Unesco e il nostro Paese, un po’ per conformazione geografica e morfologica, un po’ per poca conoscenza del tema, non sempre, anzi purtroppo poco spesso offre soluzioni a regola d’arte per la risoluzione di problemi di accessibilità. Questo è il motivo per cui si rende di vitale importanza l’investimento di risorse per il raggiungimento di questo fine.

I requisiti da soddisfare affinché una meta sia considerata accessibile possono così riassumersi:

  • Facilità di accesso ai servizi, al mare, ai parchi pubblici, alle strutture pubbliche e private
  • Assenza di barriere architettoniche, sensoriali e culturali 
  • Presenza di aree parcheggio apposite per disabili o donne incinte 
  • Attività di ristorazione con personale competente e preparato su patologie di origine alimentare

Ma non tutto è perduto. In Italia questa esigenza è stata manifestata e richiesta a gran voce in molti modi. Uno di questi è stata la redazione del Manifesto per la promozione del Turismo Accessibile nel 2009, un documento che riporta alcuni punti fondamentali in tema di inclusione e turismo:

  • Il diritto di usufruire dell’offerta turistica in maniera completa, in autonomia, e di ricevere servizi adeguati al giusto prezzo;
  • La dimensione sia pubblica che privata per il raggiungimento di questo obiettivo, in uno schema più ampio
  • Il diritto di scegliere una meta perché la si apprezza e non perché si sia stati costretti dal fatto che essa rispetti o meno i criteri di accessibilità;
  • La necessità di un informazione precisa e rispettosa dell’esigenza dei turisti
  • La congiunzione fra qualità e accessibilità come indirizzo da perseguire.

Ancora, nel 2012, l’istituzione del Progetto Bandiera Lilla, assegnata a quei comuni che si siano distinti per il miglioramento dell’accessibilità turistica, con cadenza biennale.

Per il biennio 2019/2020 sono state assegnate 22 bandiere lilla e la regione che si è dimostrata più virtuosa è la Liguria.

Segue infine una lista di mete italiane più accessibili:

  • Milano, vincitrice anche di un premio, durante gli Access City Awards del 2015
  • Alessandria
  • Asti
  • Il Salento, con il progetto multimedia di Access Salento
  • Padova
  • Pavia
  • Roma, che ha inaugurato la Roma Mobile Guide, con percorsi personalizzati secondo le proprie esigenze
  • Bologna, il cui comune ha proposto tre initerari di turismo accessibile chiamati “Una Bologna per tutti